Femicidio Rimini 26/10/2020

SONO GLI UOMINI AD UCCIDERE LE DONNE, NON I “RAPTUS”
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna sull’ultimo caso di femicidio a Rimini

Nella notte di domenica 19 ottobre Giovanni Laguardia, 69 anni, ha ucciso la moglie Vera Mudra, 61 anni. L’uomo si è poi autodenunciato alla polizia di Rimini, dove è avvenuto il femicidio. In queste ore molti giornali riportano le parole dell’uomo, che parlando con la polizia avrebbe detto di “aver perso la testa”. Ancora una volta si torna così a parlare di raptus e di casi isolati. La narrazione della “lite finita male” persistente anche in questo caso, nonostante la donna stesse dormendo quando è stata uccisa dal marito. Come Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna ci troviamo nuovamente a ribadire che la violenza maschile sulle donne è un problema sociale e sistemico, che non può e non deve essere trattato come una serie infinita di casi isolati. “Finché la narrazione dei femici continuerà ad essere episodica, fino a quando non smetteremo di dire che un uomo ha perso la testa come se questo potesse giustificare la violenza e il femicidio, la violenza contro le donne continuerà ad esistere” commenta Paola Gualano, presidente di Rompi il silenzio Onlus di Rimini. Il femicidio di Vera Mudra, l’ultimo di una lunga serie in Emilia-Romagna e in Italia, non può che essere raccontato come l’ennesimo caso di violenza maschile contro le donne, una violenza sistemica che tutte le donne vivono nella propria quotidianità. È una violenza che si fonda su dinamiche di potere e sulla persistente asimmetria che ancora regola il rapporto tra i generi. […]

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