Cos’è la violenza

LA VIOLENZA NEI RAPPORTI DI INTIMITA’ è un fenomeno trasversale in preoccupante crescita e coinvolge donne dai 16 ai 70 anni, senza distinzione di cultura, provenienza geografica e posizione professionale: i dati confermano che gli omicidi di genere, sono soltanto l’apice di violenze subite, perdonate e taciute anche per anni mentre il delitto, risulta essere solo l’ultimo atto di una lunga tragedia, il triste epilogo di un percorso che ha portato una relazione d’amore a trasformarsi in qualcosa di molto diverso.
Si riconoscono 4 tipi di violenza:

  • violenza psicologica: qualsiasi atto che ha l’obbiettivo di ledere l’identità personale di chi subisce (es: menzogne ed inganni, chiusura comunicativa persistente, controllo e limitazioni alla libertà personale, imposizioni su come vestirsi e comportarsi, aggressioni verbali e denigrazioni, minacce, autolesionismo ….)
  • violenza fisica: qualsiasi atto che ha l’obbiettivo di fare del male o terrorizzare chi subisce (es: spintoni, schiaffi, cadute provocate, pugni, colpire o tentare di colpire con oggetti, sequestro ….)
  • violenza economica: qualsiasi atto che renda dipendente e vincolata una persona ad un’altra (es: privazione o controllo del salario e delle spese, impedimento nella ricerca/mantenimento del lavoro, abbandono economico ….)
  • violenza sessuale: qualsiasi atto che ha l’obbiettivo di imporre pratiche sessuali indesiderate o che ledano alla dignità di chi subisce (es: molestie sessuali verbali/con contatto fisico, rapporto sessuale subito, richiesta di atti sessuali umilianti ….)

 

Come riconoscerle

  • Controllo: frequenti e continue chiamate, messaggi, mail e costanti richieste di informazioni su cosa fai, dove sei e con chi “Dove sei?” – “Cosa stai facendo/hai fatto?” – “Con chi hai parlato?” – “Chi ti ha telefonato oggi?” …
  • Presenza: insiste e pretende di doverti accompagnare ovunque e si aspetta che tu condivida con lui ogni aspetto minimo della tua quotidianità
    “Siamo una cosa sola, tra di noi non ci sono segreti” – “Qual’è la tua password?” …
  • Isolamento: quando sembra che il mondo al di fuori della coppia sia contro e lui con suoi
    atteggiamenti ti spinge ad allontanarti dalle tue
    conoscenze/famiglia/amici/lavoro
    “Le tue amiche non mi piacciono” – “Preferirei restassi a casa dal lavoro.. provvedo io alla famiglia” …
  • Gelosia: quando si innervosisce perchè non lo hai informato di una telefonata che hai
    ricevuto/persona con la quale hai parlato, o perchè ti confidi con una tua amica, o ti chiede di andarti a cambiare i vestiti perchè sono a suo parere troppo azzardati, o si arrabbia se ti vede parlare con qualcuno.. e qualsiasi risposta tu gli dai sembra non essere mai sufficiente e lui comincia ad avere dei sospetti “Perchè non me l’avevi detto? cosa mi stai nascondendo? – ”Cambiati i vestiti” – “Perchè hai più confidenza con la tua amica che con me?” …
  • Attenzioni esclusive: vuole che la tua vita giri attorno a lui, che i suoi desideri ed amicizie siano anche le tue, senza però tenere conto del contrario. Svaluta e denigra le tue amicizie, ti accusa che preferisci loro a lui e non vede il tuo
    bisogno di frequentarle
    “Per loro il tempo lo trovi sempre” – “La tua amica si sta approfittando della tua bontà” …
  • Idealizzazione: Ti considera la donna ideale denigrando le altre donne e facendo paragoni
    “Tu sei diversa dalle mie ex” – “Non sei come tutte le altre donne, tu sei seria” …
  • Improvvisi cambi d’umore: Passa frequentemente dal buon umore ad immotivati silenzi o a nervosismi per motivi futili
  • La vittima: si considera la vittima innocente di ingiustizie che il mondo gli ha riservato, sembra che tutti e tutto gli sia sempre andato contro e non si capacita del perchè. Nei rapporti interpersonali mostra una bassa tolleranza alle critiche ed al disaccordo

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AUTOVALUTAZIONE DEL RISCHIO

Cambiare e riflettere si può e si deve…. prima che sia troppo tardi 
Modello SARA
Con il termine SARA si intende ‘Spousal Assault Risk Assessment’, cioè la valutazione del rischio di recidiva nei casi di violenza interpersonale fra partners. Si tratta di una metodica messa a punto in Canada da un gruppo di esperti per individuare se e quanto un uomo che ha agito violenza nei confronti della propria partner (moglie, fidanzata, convivente) o ex-partner è a rischio nel breve o nel lungo termine di usare nuovamente violenza.

Varie figure professionali che hanno a che fare con questi casi (magistrati, Forze dell’Ordine, assistenti sociali, psicologi, psichiatri, avvocati, ma anche studiosi nel settore della psichiatria forense, criminologi, psicologi) possono beneficiare di questa procedura. Non si tratta di un test psicometrico, non bisogna cioè stabilire un punteggio della persona che si è resa responsabile della violenza, bensì valutare il caso e quindi la sua pericolosità in base a 10 fattori di rischio che il valutatore deve prendere in considerazione, nel loro insieme, per poi stabilire se esiste il rischio di recidiva, e in che misura (basso, medio o elevato).

Si tratta di una valutazione soggettiva che però tiene conto di fattori oggettivi che numerose ricerche hanno visto essere correlati alla violenza domestica (intesa come violenza interpersonale fra due persone che hanno o avevano una relazione).
SARA è un protocollo contenente delle linee guida, che fungono come bussola per orientare nella valutazione in maniera sistematizzata, sulla base di principi scientifici che permettono di valutare in proporzione migliore rispetto a una valutazione fatta casualmente senza criterio sistematico, se un caso è a rischio di recidiva.
(CESVIS Centro Studi Vittime SARA)

 

La lingua dei segni contro la violenza di genere

  • Anche alle donne con disabilità, e in particolare alle donne sorde vittime della violenza di genere e ai loro figli, deve essere data la possibilità di ricevere supporto e protezione.Proprio con questo intento è stato ideato il video “I SEGNI CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE”.
    Per mostrare come poter comunicare sull’argomento della violenza: per mostrare i segni che la rappresentano, che aiutano a riconoscerla e a chiedere aiuto ai centri antiviolenza italiani della rete D.i.Re.


    Il video è stato realizzato nella Lingua dei segni Italiana (LIS), grazie al prezioso contributo della Dott.ssa Clarissa Bartolini che dedica la suo impegno a fare emergere il fenomeno della violenza sulle donne con disabilità, in particolare donne sorde, e grazie all’interprete Moira Pompili.

    – Fonte D.i.Re

Dati

In Italia, c’è una media di una donna a settimana uccisa per mano dell’uomo con cui aveva una relazione di intimità. Il 90% di loro è infatti vittima di un marito oppure un ex compagno ed il 78% è una cittadina italiana.

Le donne uccise sono numerose, ma l’opinione pubblica tende a sottovalutare il fenomeno: una raccolta cronologica dei nomi delle vittime e degli autori dei femicidi, dei motivi di genere che hanno portato al delitto e delle persone che sono state coinvolte nei fatti di sangue diventa quindi uno strumento molto utile per evidenziare le violenze. I fatti hanno dato origine all’indagine da pubblicare e far conoscere, considerate le numerose iniziative intorno al tema e le necessità di intervento successive all’applicazione della Legge del 15 ottobre 2013, nr. 119 (la cosiddetta legge femminicidio).
Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna ribadisce l’importanza di usare un termine specifico. Il termine ‘femicidio’ indica, secondo la definizione della criminologa Diana Russell, l’uccisione di una donna in quanto donna e svela la dimensione non neutra e la relazione con la violenza e la discriminazione che le donne subiscono nella società. Ex/mariti, ex/fidanzati, ex/conviventi, padri, fratelli, figli, nipoti, nonni, cognati, generi, conoscenti, vicini o amici, oppure estranei o clienti nel caso di uccisione di prostitute: gli autori dei femicidi sono uomini. Il termine ‘femminicidio’ invece indica tutte le violenze e le discriminazioni che ledonne subiscono in quanto appartenenti al genere femminile.

La battaglia contro la violenza di genere inizia a scuola eppure c’è chi continua a osteggiare i progetti di educazione al genere e all’affettività nelle scuole e a negare l’esistenza del femminicidio e del femicidio

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